Presentati a Bruxelles i risultati del progetto LIFE PrepAir

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Giunto ormai ai mesi finali del suo lungo cammino, il progetto LIFE PrepAir – è stato presentato a Bruxelles, nella sede della delegazione Emilia-Romagna alla UE, in un incontro intitolato “Improving air quality together”.

L’inquinamento atmosferico è da sempre uno dei principali problemi dell’area padana, anche a causa delle sue caratteristiche geomorfologiche. Il progetto ha contribuito in questi anni a migliorare considerevolmente la situazione, grazie a una serie di importanti risultati e sollecitazioni.

In primo luogo, grazie a PrepAir il tema è stato affrontato in maniera sempre più congiunta fra i vari partner e sempre più integrata fra i diversi settori operativi (dalle attività produttive, all’agricoltura, all’ambiente). Ciò ha permesso la crescita di una comunità scientifica di riferimento, in grado di costituire una solida base per monitorare gli effetti delle diverse azioni sperimentate e individuarne le più efficaci in chiave di costruzione di scenari futuri.

Consequenziale e altrettanto importante è stato il lavoro svolto in termini di stimolo nei confronti del Governo, fin dal fondamentale accordo siglato a Torino nel 2019.

In termini operativi, PrepAir ha permesso di ideare e sperimentare metodi e strumenti importanti per meglio studiare la tematica, affrontandola anche a livello settoriale: monitorando i diversi inquinanti, le varie fonti di inquinamento, i risultati registrati per singole aree geografiche e per differenti periodi dell’anno.

Anche la situazione conseguente al lockdown della primavera 2020 – naturalmente imprevedibile ad inizio progetto – è stata utilizzata alla perfezione per monitorare la situazione in un lungo e inedito periodo di assenza quasi totale di traffico veicolare. Si è così scoperto che la concentrazione di alcuni inquinanti è diminuita meno delle aspettative nel bacino padano durate le settimane di lockdown: a conferma del fatto che l’inquinamento veicolare è solo uno dei motivi che condizionano la qualità dell’aria. Altrettanto impattanti sono, ad esempio, le emissioni legate al riscaldamento domestico a biomasse, nonché le deiezioni di liquami in agricoltura (che sprigionano inquinanti come l’ammoniaca e ossidi di azoto).

Dei risultati ottenuti in ognuno di questi pillar è stata data ampia sintesi nel corso dell’incontro di Bruxelles da parte dei vari responsabili di progetto, che si sono alternati in sede di presentazione.

Particolarmente importante è stata però la presenza di François Wakenhut, responsabile dell’Unità “Clean Air” della Commissione Europea (Commissione che negli ultimi anni ha sanzionato l’Italia in due occasioni per quanto riguarda l’eccessiva concentrazione di inquinanti: nel 2019 per il Pm10 e recentemente per gli ossidi di azoto). Wakenhut ha infatti preso atto delle numerose attività svolte dai vari partner di progetto in questi anni e degli evidenti passi avanti svolti, complimentandosene e incoraggiando l’Italia a proseguire in questa direzione.

Complimenti che sono stati anche ribaditi nell’intervento di Angelo Salsi, responsabile dei progetti LIFE per l’Unione Europea. Al meeting ha partecipato anche Joanne Swets, coordinatrice della rete di regioni europee AIR.

Al termine della giornata, è stato proiettato in anteprima il docufilm “C’è aria per te! (You’ve got Air!)”, un mediometraggio realizzato dal progetto e che sarà disponibile per la proiezione da parte di emittenti locali, in Festival di settore e così via.

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